Arte del 600

Gerrit, il caravaggesco che sfidava Caravaggio, e il suo Natale dipinto nel ‘600

Geritt van Hontorst, è il pittore olandese che dopo un lungo soggiorno a Roma durato 10 anni, è stato in grado di assimilare il meglio della pittura italiana del periodo e diventare uno dei più rinomati pittori del ‘600 italiano

Nei dipinti di Gerrit, o come meglio conosciuto Gherardo delle notti, l’influenza della pittura italiana è evidente nell’utilizzo della luce dei suoi dipinti. Il nome gli si addice perchè nelle sue opere le scene sono avvolte da un intensa oscurità e i soggetti sono illuminati da torce e lumi di candela. La fonte luminosa è sempre artificiale, per questo il suo stile di pittura viene definito anche “a lume di notte”. 

Dopo il grande successo avuto Italia, (record di 3 pale d’altare commissionate dai frati carmelitani) e aver fatto tesoro dello stile italiano, lascia Roma per tornare a Utrecth quando è al culmine del successo, per diventare una vera super star della pittura Olandese del 600, tanto che fino agli inizi del 900 venne considerato un pittore di fama e talento addirittura superiore a Caravaggio.

I suoi dipinti più famosi ritraggono momenti conviviali a volte anche piuttosto bizzarri, ma per stare in tema natalizio, ho scelto una delle sue opere in tema col natale: l’adorazione del bambino.

Gerrit van Honthorst, 1619 – 1620; olio su tela
95.5×131 cm – Galleria degli Uffizi, Firenze

La scena è avvolta in una intensa oscurità, ma il bambino al centro della tela appare produrre autonomamente una calda luce che illumina i volti colmi di affetto e di gioia per la nascita di Gesù.

La luce non raggiunge però San Giuseppe, che in secondo piano dietro la vergine contempla il bambino appoggiato ad un bastone. Nel ritratto dell’uomo si può ammirare la maestria di Gherardo nel dipingere con estremo realismo: l’età avanzata e le fatiche del duro lavoro di artigiano, sono rappresentate magistralmente con ogni ruga sul suo volto e la barba appena brizzolata. 

Gli angeli sulla sinistra, dai visi paffuti circondati dai capelli boccolosi sorridono teneramente, (e mi ricordano un poco delle statuine di Thun). 

Dettaglio – Gerrit van Honthorst, 1619 – 1620; olio su tela
95.5×131 cm – Galleria degli Uffizi, Firenze

Con tutta probabilità si tratta di giovani garzoni usati frequentemente come modelli nella bottega del pittori, me li immagino a fissare una lanterna in un cesto mentre erano in posa.

Maria, curva sul bambino, solleva delicatamente i lembi del lenzuolo per avvolgerlo, in segno di protezione. Il volto è quello di una giovane ragazza dai lineamenti morbidi e delicati, l’infinito amore è espresso dagli occhi socchiusi e dal sorriso abbozzato sulle labbra.

La luce emanata dal panno bianco sulla quale giace il protagonista appena nato, infonde calma divina e tutto il tepore del natale. La beatitudine della scena, oscura quello che sarà il tragico futuro di quel neonato, infondendo quella serenità che è tipica del natale.

Per scrivere questo articolo mi sono informata qui: Gerrit van Honthorst – Gherardo delle Notti; Gherardo delle Notti – Quadri bizzarrissimi e cene allegre;