La ragazza raffigurata in questo quadro è Danae, la protagonista di un mito greco che la vede imprigionata in una torre da suo padre Acrisio, affinché lei non incontri mai un uomo con cui possa avere un figlio. Un oracolo infatti ha predetto che Acrisio morirà per mano del figlio di Danae.
Danae è dipinta da Klimt in maniera del tutto originale rispetto alla tradizionale rappresentazione del racconto, che includono l’ambiente circostante e la nutrice o un putto.
La principessa di Klimt riempie l’intera tela, addormentata, avvolta dalla chioma rossa, nuda e rannicchiata su se stessa con un’espressione beata. È sdraiata in posizione fetale e il suo corpo è una spirale che parte dalla mano che stringe la stoffa al centro della tela.
Ma ovviamente prima prima di tutto ciò, ad attirare l’attenzione è la scrosciante pioggia dorata tra le sue gambe.

Forse Danae non sta solo dormendo.
Danae non sta soltanto dormendo, come potrebbe invece sembrare ad una prima osservazione. I più maliziosi ci hanno visto giusto, la principessa è tutta raccolta con la bocca socchiusa e la mano tesa in preda ad un estasi amorosa.
Purtroppo per il padre Acrisio il tentativo di isolare la figlia si rivela inefficace, poichè ad essere follemente innamorato di Danae, era niente meno che il re dell’olimpo Zeus. Egli non potendo fare a meno di vederla, si trasforma in nuvola per raggiungerla nella torre, e nel sonno fecondarla con una pioggia dorata.
Questo momento topico, soggetto dell’opera, è il momento in cui viene concepito Perseo, figlio di Zeus e Danae. (Link al mito – Spoiler: Acrisio muore)
Questo dipinto fa parte delle opere più tarde di Klimt, durante il periodo di grande diffusione dell’espressionismo, ma conserva sempre i tratti e la simbologia caratteristica dell’artista.
Klimt è il più grande esponente della secessione viennese, famoso per il suo decorativismo intelligentemente combinato con le conoscenze dell’arte orefice, professione di famiglia. Il soggetto preferito di Klimt sono sempre state le donne dell’alta borghesia, e in questo quadro Danae conserva la simbologia del cerchio alla quale Klimt le ha sempre associate.
In Danae sono presenti tutti gli elementi caratteristici della pittura di Klimt, più la rassegnazione all’espressionismo che in quel periodo cominciava a diffondersi.
Infatti pur essendo il dipinto molto meno decorativo rispetto alle sue opere più famose, conserva sempre i tipici simboli presenti in tutti i suoi dipinti: ad esempio le forme circolari per la donna e il rettangolo, per la figura maschile.
Se nel quadro del bacio questa simbologia è chiaramente raffigurata negli abiti dei soggetti, in Danae, il rettangolo è soltanto un piccolo dettaglio posizionato proprio di fronte alla sua vulva.


Il cerchio è presente nelle stoffe che lo avvolgono, ma soprattutto nella forma spiralata del suo corpo, che come una linea parte dalla sua mano tesa che stringe la stoffa e si evolve con tutto il corpo concludendosi con il piede che esce appena dal quadro.
In conclusione tra i motivi per cui questo dipinto merita l’importanza che gli viene attribuita risiede nella novità di vedere Danae ritratta come una ricca donna Viennese che si auto intrattiene nel suo piccolo intimo spazio personale. Klimt vuole mostrarci l’intrinseca bellezza del momento, in linea con i suoi principi dell’estetica fine a se stessa.
Vi lascio con questo piccolo spezzone del film Klimt del 2006, una diatriba sulla vera bellezza tra Klimt e un critico dell’epoca.
Per scrivere questo articolo mi sono informata qui: Gustav Klimt, Danae; Danae di Klimt, Spore d’Arte; Danae divarica le gambe alla pioggia d’oro. Stile Arte; Danae e la pioggia d’oro di Klimt – Life pret-a-porter;