Arte Contemporanea, Land art

Christo e Jeanne-Claude: come e perchè confezionare edifici gli ha portato fama mondiale.

Christo. Non quel Cristo, ma Christo e Jeanne-Claude.

La coppia di artisti è famosa per essere il re e la regina dei pacchetti, ma riconoscerli per questo è come attribuire tutta la fama di Di Caprio esclusivamente al Titanic. 

Christo e Jeanne-Claude sono dei veri pionieri dell’arte contemporanea.

Ma chi sono Christo e Jeanne-Claude?

Christo e Jeanne-Claude sono nati lo stesso giorno: 13 Giugno 1935.

Lui è un rifugiato politico, fuggito dalla Bulgaria e dal regime marxista-leninista per studiare l’arte a Parigi, libero dai dettami del regime.

Lei è la figlia di un eroe di guerra francese, il generale Guillebon.

È stato l’inizio di una romantica carriera nell’arte dal successo internazionale.

“Potrei venirvi a raccontare che fu per amore dell’arte” spiega Jeanne-Claude alla rivista Avenue “ma la verità è che era un amante fantastico”.

Christo e Jeanne-Claude hanno sempre lavorato in coppia, e il loro contributo al mondo dell’arte è apprezzato, rispettato e conosciuto in tutto il mondo.

New York City, 1976 Christo and Jeanne-Claude in Christo's studio Photo: Fred W. McDarrah/Getty Images © 1976 Christo
New York City, 1976 Christo eJeanne-Claude nello studio di Christo Photo: Fred W. McDarrah/Getty Images © 1976 Christo

Cosa rende le loro opere veramente speciali?

La carriera artistica della coppia si snoda nell’arco di cinque decenni, in cui hanno concepito progetti unici ed eccezionali con grande tenacia e un metodo di lavoro preciso e originale.

Ciò che rende le opere così uniche è la proporzione esagerata e l’ambizione dei progetti. 

Una delle opere più celebri è The Gates, realizzata a Central Park nel 2005. L’opera consiste nell’installazione di ben 7053 pannelli di tessuto stesi su porte alte 5 metri disposte come un sentiero, lungo tutto il parco. L’opera è costata 21 milioni di dollari (pagati di tasca loro), e durante tutto il periodo di esposizione dell’opera, The Gates ha accolto 4 milioni di spettatori.

Christo e Jeanne-Claude, The Gates, Central Park, New York City, 1979-2005; Photo: Wolfgang Volz – © 2005 Christo and Jeanne-Claude
Christo e Jeanne-Claude, The Gates, Central Park, New York City, 1979-2005; Photo: Wolfgang Volz © 2005 Christo and Jeanne-Claude
Christo, The Gates (Project per Central Park, New York City); Disegno 2004 in due parti: Matita, carboncino, pastello, pastello a cera, fotografia aerea, campione di tessuto e dati tecnici disegnati a mano – 15 x 96″ e 42 x 96″ (38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm) – Photo: Wolfgang Volz © 2004 Christo

Ma c’è qualcosa che non si vede e che forse stupisce anche di più: come facciano ad avere i permessi per portare a termine certe “imprese” in località così importanti.

Non sono solo i numeri dell’opera stessa o del pubblico a sbalordire, ma la quantità di pagine di permessi, contratti e liberatorie, gli anni occorsi per l’approvazione di ogni progetto e tutto lo staff che lo realizza.

La verità è che una enorme parte del lavoro sta nella preparazione. 

Per esempio il progetto di The Gates fu concepito nel 1979, ma venne realizzato ben 26 anni dopo, e rispetto alle altre opere che hanno realizzato durante la loro carriera, The Gates non sembra neanche poi così complicata. Hanno solo deciso di impacchettare 2,4 chilometri di scogliera australiana alta 26 metri.

Christo e Jeanne-Claude, Wrapped Coast, One Million Square Feet, Little Bay, Sydney, Australia, 1968-69; Photo: Shunk-Kender © 1969 Christo

Però bisogna considerare tutte queste cifre nella giusta prospettiva, non si può tralasciare l’importantissimo dettaglio che le loro opere (salvo qualche rarissima eccezione) rimangono esposte solo per due settimane, per poi scomparire, come se non fossero mai esistite.

Perché tanta fatica per qualcosa che rimane esposto così poco?

Questo perché il tempo, nelle opere di Christo e Jeanne-Claude, è un fattore importantissimo nell’esperienza degli spettatori. Il fatto che l’opera rimanga per un tempo così breve è perché le emozioni che si provano per qualcosa che ha una fine sono completamente diverse rispetto ad un’opera che si sa di aver sempre l’occasione di rivedere. 

“Un’opera d’arte temporanea dà luogo a un sentimento di fragilità e vulnerabilità, all’urgenza di vedere e insieme alla consapevolezza dell’assenza, perché sappiamo che domani non ci sarà più. Il tipo di amore e tenerezza che gli esseri umani provano verso ciò che non  è destinato a durare, ad esempio l’amore e la tenerezza per l’infanzia e per la nostra vita, è ciò che vogliamo infondere nel nostro lavoro come qualità estetica supplementare”

Di ogni opera smontata rimane soltanto la memoria delle persone che l’hanno vista e vissuta. 

Perchè impacchettare? Parafrasando David Bourdon: quello che si è abituati a vedere tutti i giorni, una volta impacchettato, fa sentire la sua mancanza e viene nuovamente notato proprio per la sua assenza.

Ogni grande opera di Christo e Jeanne-Claude ha sempre richiesto un gran lavoro di progettazione, perseveranza nell’ottenere i permessi e molta partecipazione.
Come nel caso di Running Fence, una tenda bianca lunga 39,5 chilometri, alta 5 metri, che ha attraversato le proprietà di 59 allevatori, dall’Oceano Pacifico verso l’entroterra nel nord della California.

Christo e Jeanne-Claude, Running Fence, Sonoma and Marin Counties, California, 1972-76, Photo: Wolfgang Volz © 1976 Christo
Christo e Jeanne-Claude, Running Fence, Sonoma and Marin Counties, California, 1972-76; Photo: Wolfgang Volz © 1976 Christo

Per ottenere il permesso tennero più di diciotto udienze pubbliche e tre con la Corte Suprema. 

Christo e Jeanne-Claude hanno sempre condiviso appassionatamente le loro opere e hanno cercato l’approvazione degli abitanti per i loro progetti, tenendo incontri e discussioni con i consigli comunali, per spiegare perché da un giorno all’altro gli abitanti si sarebbero trovati davanti a casa una enorme tenda o un edificio impacchettato.

La coppia di artisti vuole che la loro arte sia per la gente comune e vogliono creare esperienze uniche nella vita delle persone, non sono accessibili solo ad un pubblico limitato, e non serve pagare un biglietto per ammirarle.

L’ideale populista di questa fruizione universale è davvero romantico, ok, ma con i soldi di chi?

I loro.

Ogni opera di Christo e Jeanne-Claude è finanziata con le vendite dei progetti e opere minori di Christo, le sponsorizzazioni esterne sono sempre state rifiutate!

Dopotutto Christo arriva dalla pittura, ha studiato le Belle Arti a Sofia, Vienna, Ginevra e a Parigi, dove per guadagnarsi da vivere realizzava ritratti di signore e bambini dell’alta società. Le sue doti pittoriche sono straordinarie. 

È con la vendita di questi progetti e le opere minori (e più trasportabili) che ricavano abbastanza soldi da poter autofinanziare i lavori di realizzazione delle proprie opere più sensazionali.

Nel caso delle Surrounded Islands, (Biscayne Bay, Greater Miami in Florida), circondare le 11 isole artificiali (per lo più usate come discariche), con un telo rosa chewing-gum gli è costato 3,5 milioni di dollari. Forse questa si tratta dell’unica opera che non ha lasciato l’ambiente esattamente com’era prima dell’opera: sono state insacchettate e rimosse 40 tonnellate di rifiuti.

Christo e Jeanne-Claude Surrounded Islands, Biscayne Bay, Greater Miami, Florida, 1980-83; Photo: Wolfgang Volz © 1983 Christo
Christo, Surrounded Islands (Progetto per Biscayne Bay, Greater Miami, Fla); Disegno 1983 in due parti: Matita, pastello, carboncino, pastello a cera, pittura a smalto e fotografie aeree; National Gallery of Art, Washington, D.C., USA – Photo: André Grossmann © 1983 Christo

Ma tra tutte le loro opere ce ne è una particolarmente simbolica: l’impacchettamento del Reichstag di Berlino, progettato nel 1971 e realizzato nel 1995.

Finalmente dopo 24 anni alla ricerca di consensi, Christo e  Jeanne-Claude ottengono il permesso di impacchettare il Reichstag di Berlino prima di tornare ad essere la sede del parlamento tedesco.

Il primo progetto del Wrapped Reichstag risale al 1971, anche se i due artisti visitarono Berlino per la prima volta soltanto nel 1976.

In 24 anni si alternarono politici e partiti favorevoli e altri non molto. Nel frattempo Christo e Jeanne-Claude portarono avanti altri progetti, cercando sempre di rinnovare di tanto in tanto l’interesse per Wrapped Reichstag che veniva periodicamente rifiutato per questioni politiche.

Christo, Wrapped Reichstag (Progetto per West Berlin – “Der Deutsche Reichstag”) Collage 1972: Matita, carboncino, pastello, pastello a cera, tessuto, graffette, fotografie, mappa e nastro adesivo 22 x 28″ (56 x 71 cm) – Collezione Privata – Photo: Archive © 1972 Christo
Christo, Wrapped Reichstag (Progetto per Berlin); Disegno 1994 in due parti: Matita, carboncino, pastello, pastello a cera, campione di tessuto, fotografia aerea e dati tecnici; 65 x 42″ and 65 x 15″ (165 x 106.6 cm and 165 x 38 cm) – Collection Agnes Gund, New York City, USA – Photo: André Grossmann © 1994 Christo

Con la caduta del muro di Berlino nell’89 sembra arrivare il momento giusto per l’impacchettamento.

Ma serviranno ancora 5 anni di attesa per l’approvazione del progetto da parte della maggioranza del Bundestag.

Alla fine sarà un modello in scala del progetto esposto nell’atrio del Bundeshaus a convincere finalmente l’opposizione e il 25 febbraio del 1994 il Bundestag concede a Christo e Jeanne-Claude il permesso di impacchettare.

Nella realizzazione furono coinvolte 10 aziende tedesche: fu realizzata una intelaiatura in acciaio di 200 tonnellate,  occorsero 100.000 metri quadrati di tessuto e 15.600 metri di corda.  Una squadra di 90 professionisti e 120 operai realizzarono finalmente il progetto per cui Christo e Jeanne-Claude si erano battuti per 24 anni. 

Christo e Jeanne-Claude, Wrapped Reichstag, Berlin, 1971-95; Photo: Roland Bauer © 1995 Christo

Il Reichstag, simbolo delle vicende e della storia tedesca divenne per due settimane un’enorme scultura dal drappeggio pittorico. (qua mi inventerò un aggettivo più divertente)

La realizzazione costò a Christo e Jeanne-Claude la bellezza di 15 milioni di dollari, raccolti come sempre grazie alla vendita dei loro disegni preparatori, schizzi, collage e modelli in scala dei loro numerosi progetti.

In due settimane il Wrapped Reichstag accolse 5 milioni di spettatori (quello che i Musei Vaticani fanno in un  anno intero), e nonostante le richieste di prolungare la durata del progetto, dopo due settimane venne smontato e riciclato tutto. Paganini non ripete, Christo nemmeno.

Christo e Jeanne-Claude, Wrapped Reichstag, Berlin, 1971-95; Photo: Wolfgang Volz, © 1995 Christo

“Nessuno può comprare questi progetti, nessuno può diventarne proprietario, nessuno li può commercializzare, nessuno può far pagare i biglietti d’ingresso; nemmeno noi possediamo queste opere. Il nostro lavoro è sulla libertà. La libertà è nemica del possesso, e il possesso equivale alla permanenza. Ecco perché l’opera non può rimanere” – Christo

Le opere più straordinarie di Christo e Jeanne-Claude non si limitano soltanto a nascondere edifici ma dare rilievo all’ambiente naturale. Molte delle loro opere utilizzano il paesaggio naturale come un grande atelier. 

Alcune sono già state descritte nei paragrafi precedenti, altre tra queste risaltano The Umbrellas, Japan – USA nel ’91, progettata nel ’84, e la più recente Floating Piers. Ovvero una enorme passerella percorribile realizzata sul lago d’Iseo nel 2016, da Sulzano a Monte Isola, e da lì fino all’isola di San Paolo che ne è completamente circondata. 

Christo, The Floating Piers (Progetto per il Lago d’Iseo, Italy); Disegno 2015 in due parti:Matita, carboncino, pastello a cera, pastello, pittura a smalto, mappa topografica, fotografie ritagliate di Wolfgang Volz e campione di tessuto; 15 x 96″ and 42 x 96″ (38 x 244 cm and 106.6 x 244 cm); Photo: André Grossmann © 2015 Christo

L’opera ha permesso a 1,2 milioni si visitatori di camminare sull’acqua come Christo, su una superficie di 100.00 metri quadrati ricoperti di tessuto giallo scintillante, per 16 giorni.

Come tutti i progetti artistici precedenti al termine dell’esposizione dell’opera, tutto il materiale è stato rimosso e riciclato.

Christo and Jeanne-Claude, The Floating Piers, Lago d’Iseo, Italia, 2014-16 – Photo: Wolfgang Volz © 2016 Christo
Christo e Jeanne-Claude, The Floating Piers, Lago d’Iseo, Italia, 2014-16 – Photo: Wolfgang Volz © 2016 Christo

L’ultima opera della coppia è The London Mastaba di Londra, si tratta della seconda opera realizzata senza Jeanne-Claude, dopo la sua scomparsa nel 2009. La prima è stata The Floating Piers.

L’opera si rifà ad un precedente progetto: The Mastaba of Abu Dhabi del 1977, purtroppo mai realizzato. La versione londinese è più piccola di quella concepita inizialmente: 7506 barili coloratissimi disposti per circa 20 metri di altezza (si può definire “piccola” perché il progetto originale ne contava 450.000).

Christo, The Mastaba of Abu Dhabi (Progetto per gli EAU); Modello in scala 1979: Smalto, legno, pittura, sabbia e cartone; 32 1/2 x 96 x 96″ (82.5 x 244 x 244 cm) – Photo: Wolfgang Volz © 1979 Christo
Christo e Jeanne-Claude, The London Mastaba, Serpentine Lake, Hyde Park, 2016-18 – Photo: Clem Rutter

La mastaba è una tipologia di monumento funerario dell’antico Egitto a forma di tronco di piramide, ma l’opera non allude esplicitamente allo scopo originario di questa struttura, la Mastaba di Christo ha l’unico scopo di essere se stessa. Come d’altronde tutte le opere di Christo e Jeanne-Claude hanno l’unico scopo di essere belle. 

Gli artisti non hanno mai nemmeno nominato le proprie opere suggerendo secondi significati o allusioni, ma i titoli sono estremamente descrittivi dell’opera stessa. I loro progetti parlano di libertà e bellezza, non nascono dalla fantasia ma dall’esperienza dei luoghi naturali che hanno visitato. Come Christo afferma nel Balkan Magazine: “Quando sentiamo il vento vero, il sole vero, il fiume vero, la montagna, le strade – questa è realtà, ed è ciò che utilizziamo nel nostro lavoro.”

A molti tutto questo potrebbe sembrare uno spreco di soldi e di tempo, ma come detto in precedenza qui non parliamo di soldi pubblici. Di fatto Christo e Jeanne-Claude portano ricchezza nelle aree in cui realizzano le proprie opere, pagando di tasca loro il lavoro di chi le installa e creando grande indotto per le attività commerciali dei dintorni. 

Per esempio le Surrounded Islands (le isole chewing-gum) hanno portato 5000 biglietti extra ad una compagnia locale di tour in elicottero. Possiamo assumere che vantaggi simili si siano presentati per tanti altri esercizi vicini alle varie installazioni, basti pensare anche solo a bar e ristoranti.

Christo ci ha purtroppo lasciati di recente, venendo a mancare quest’anno, il 31 Maggio 2020.

Ma nel 2021 ci sarà un’altra grande occasione per vivere l’emozione di una grande opera della coppia di artisti. Un sogno di gioventù che diventa realtà:  dal 18 settembre al 3 ottobre 2021 verrà impacchettato l’Arc de Triomphe di Parigi, 58 anni dopo la sua ideazione.  L’Arc de Triomphe verrà ricoperto da venticinquemila metri quadrati di tessuto blu argentato: per sedici giorni non sarà più L’Arc de Triomphe di Parigi ma un’ultima grande emozione di Christo e Jeanne-Claude.

Per scrivere questo articolo mi sono informata qui: Christo e Jeanne-Claude; Conferenza al NYUAD Institute; Video Carlo Vanoni; Sito Ufficiale di Christo e Jeanne-Claude